La storia di Marco: sconfitto il tumore, ora è impegnato contro l’inquinamento elettromagnetico

di Sara Pulvirenti

Pubblicato da: saRastampa il 23 gennaio 2012

Marco (N.d.r) ha 29 anni e vive a nord di Roma. Occhi e capelli scuri. Un modo di fare molto tranquillo: voce bassa, sguardo vivace e tanta voglia di raccontarsi. La sua più grande passione è la musica: dietro alla batteria trasforma la sua pacatezza in energia. Come del resto ha fatto nella vita. Marco infatti, a causa dell’inquinamento elettromagnetico, è stato colpito dal Linfoma di Hodgkin, ma ha continuato a lottare, tenendosi stretta la sua vita ed il suo amore per la musica.
 

Marco, raccontaci com’è iniziato tutto.
Tutto è cominciato verso la fine del 2009. Una tosse secca non molto forte. A dicembre comparvero anche dei comunissimi sintomi influenzali: una leggera febbricola ed una saltuaria sudorazione notturna.
Nonostante il mio rifiuto nei confronti delle medicine e la mia celeberrima paura di prendere le compresse, verso la metà di gennaio, di mia iniziativa, decisi di cominciare a prendere un antibiotico ad ampio spettro contro le bronchiti.
Purtroppo non ottenni risultati incoraggianti e sotto consiglio del medico andai a fare una lastra al torace. La diagnosi? “E’ una broncopolmonite”, disse l’esperto. Ed io, che già pensavo al peggio, tirai un sospiro di sollievo. Pensai subito che avrei dovuto farmi fare delle iniezioni. Così accadde. Ben otto giorni di punture intramuscolo. Il risultato? Nulla. Anzi: era comparso anche un dolore in corrispondenza della parte posteriore sinistra del torace. La febbre non andava via e la tosse galoppava. Cominciai a preoccuparmi. Verso la fine di gennaio i miei genitori decisero di portarmi in ospedale per delle analisi. Mi fu eseguita un’ulteriore lastra toracica, il cui referto era identico al precedente: broncopolmonite. Mi dovettero ricoverare e di conseguenza mi iniettarono un potente antibiotico contro le polmoniti. Questo per circa dieci giorni e senza alcun risultato positivo. Cominciavo a non capirci più nulla. Non riuscivo a capire perché la febbre non andava via e la sudorazione notturna (sintomo tipico) era aumentata: c’era qualcosa che non andava.

Quindi è stato difficile persino trovare la giusta diagnosi. Quando ti sei accorto di essere malato?
Me ne accorsi proprio in ospedale. Visti gli esiti nulli delle terapie antibiotiche, il medico mi fece fare una TAC. I risultati non arrivavano…ero molto preoccupato. La mia famiglia pretendeva delle risposte. Nessun medico si sbilanciava. Si facevano delle ipotesi. C’era chi parlava di chirurgia toracica. Paura! Vidi la mia fidanzata in lacrime. Io non sapevo nulla, ma lo intuii. Pensai…perché proprio a me? La vita è piena di sorprese. Ero preoccupato più per i miei affetti che per me. Una specie di cisti sotto lo sterno stava cambiando profondamente la nostra esistenza. Qualche giorno dopo mi recai in un altro ospedale specializzato in chirurgia toracica. Mi operarono per capire nello specifico di cosa si trattasse e per poter stabilire in seguito la terapia più idonea. Dopo qualche giorno arrivò l’esito tanto atteso dell’esame istologico: linfoma di Hodgkin.
Il Linfoma di Hodgkin è un tumore maligno del sistema linfatico. Solo il 20% dei linfomi è di questo tipo. A livello mondiale l’incidenza di questa malattia tra i tumori è pari all’1% e la mortalità calcolata per anno è di circa 0,4 per ogni 100.000 donne e leggermente più alta negli uomini 0,6 (sempre per ogni 100.000 uomini). Nel caso di Marco è stato riscontrato che la malattia fosse causata dall’inquinamento di onde elettromagnetiche di Radio Vaticana

Cosa è cambiato nella tua famiglia dopo avere scoperto della malattia?
Diciamo che dopo il primo periodo, che è stato quello più pesante, la mia famiglia ha dimostrato di essere molto forte

Oltre a te, anche qualche tuo amico si è ammalato?
Fortunatamente no. Durante le cure in Ematologia ho avuto modo di conoscere diverse persone e di passare con loro parecchio tempo. C’erano molti giovani. Amici con i miei stessi problemi li ho conosciuti dopo aver terminato le cure, quando ho avuto modo di conoscere il Comitato “Bambini senza onde” di Roma Nord, che da anni sta lottando contro l’inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana.

La tua malattia, una volta diagnosticata, è stata subito collegata all’inquinamento elettromagnetico delle antenne di Radio Vaticana. Rivedendo quella situazione, pensi che le cose sarebbero potute andare diversamente?
Se Radio Vaticana avesse avuto una tecnologia di trasmissione di tipo satellitare non ci sarebbero stati problemi per la salute pubblica e non ci sarebbero state tutte queste morti. È un dato certo che gli organi più sensibili alle onde elettromagnetiche sono il midollo osseo e la tiroide. Non a caso a Cesano e nei paesi limitrofi c’è un’elevata incidenza di leucemie, linfomi, mielomi e disfunzioni tiroidee.

Secondo te, ci sono delle colpe specifiche?
Ovviamente si. Il Vaticano mostra una totale indifferenza davanti a questi fatti. Dalla Chiesa ci si aspetterebbe una mano, una parola di conforto. Niente. Solamente indifferenza davanti a moltissime famiglie disperate che hanno perso i propri cari e che quotidianamente lottano per non perderli.

Qualche mese fa abbiamo parlato della sentenza di condanna per i responsabili di Radio Vaticana. Dopo il verdetto della Cassazione cosa ti aspetti?
È chiaramente un buon inizio. Ovviamente non si sta lottando contro un nemico di poco conto. Si tratta della radio più potente al mondo…in tutti i sensi. Una radio che uccide ma che non si ferma. La lotta sarà lunga e complicata.

Proprio per sensibilizzare è nato il comitato “Bambini senza onde” a cui hai accennato prima. Cosa ha rappresentato per te?
Una sorta di casa. Un gruppo di amici che combatte per una giusta causa: la tutela della salute. Delle persone stupende, che hanno vissuto momenti di dolore e che vogliono che venga fatta giustizia in merito.

E per il futuro l’associazione cosa ha in mente?
Sicuramente l’obiettivo è quello di farsi conoscere e devo dire che il comitato sta lavorando molto bene. Le persone sensibili alla tematica sembrano aumentare di giorno in giorno, come le segnalazioni di nuovi casi di malattie ematologiche presenti e passate.
Il comitato è presente su facebook alla pagina “bambini senza onde” e l’indirizzo di posta elettronica è: info@bambinisenzaonde.com.

Da quello che ci hai raccontato, tu puoi dire di avercela fatta. La malattia ormai è un ricordo. Oggi Marco che persona è?
Ho ripreso, grazie a Dio, la mia vita normale. Sono tornato a lavoro e ho ripreso a fare una cosa che non facevo da tempo: suonare. Certo, il pensiero per la salute c’è sempre e un pò di ansia credo sia normale. In fin dei conti non ho avuto mica una…polmonite! (sorride sornione)

Cosa ti aspetti dal futuro?
Mi aspetto un passo indietro da parte del Vaticano.
Mi aspetto meno ipocrisia da parte della Chiesa che “predica bene e razzola male”.
Mi aspetto maggiore partecipazione da parte di tutti in merito al tema dell’inquinamento elettromagnetico delle antenne mortali di Radio Vaticana.
Mi aspetto un ambiente più sano e tanta salute per tutti.

Come ti vedi tra dieci anni e come vedi la situazione a Cesano?
Speriamo di arrivarci! (ride) Con qualche capello bianco in più e con un lavoro che mi dia molte soddisfazioni. Con una bella moglie ed un paio di bambini tutti sorridenti.
Per quanto riguarda Cesano…spero tanto che quelle brutte antenne non trasmettano più e che, smontate e rimontate in maniera artistica, rimangano solo una metà turistica tipo Stonehenge.